- “Vedi? sono due serpenti”.
- “Come due serpenti? Nonno io non vedo nessun serpente”.
- “Come non li vedi? Stai più attento, sono grossi non puoi non vederli!”.
Bernardo si divertiva molto con le battute e gli scherzi del nonno, ma questa volta non lo capiva proprio...
- “Due serpenti? Ma cosa vorrà dire?” Pensò Bernardo.
- “Le macchine che vanno in salita sono il serpente rosso, quelle in discesa il serpente bianco. Non vedi le loro luci che fila snodata che formano? Un po' d'immaginazione ragazzo, l'immaginazione è importante, è l'anima dell'arte, mi vuoi far credere che in te non c'è arte?”.
- Non so che dirti nonno, non ci avevo mai pensato a questi rettili fatti di anabbaglianti e luci posteriori, però è vero... sembrano dei serpenti specialmente se sfoco un poco l'immagine, e a te nonno chi te lo ha fatto notare?”.
- “Nessuno, l'ho inventato io”.
- “Ah! Ok...”.
Conosceva bene suo nonno, sapeva quante balle si inventava, ma sapeva inventarle con stile, con genialità e Bernardo sapeva apprezzarle più della realtà.
Rimase per un po' a guardare i due rettili che strisciavano rumorosi, tra imprecazioni degli automobilisti, tra le chiacchiere dei pedoni sul marciapiede, tutto immerso in quella luce del crepuscolo, quella luce arancione e grigia che Bernardo cercò vanamente di ritrovare negli anni, quella luce che i suoi sensi legavano a degli odori e sapori che avrebbero coniato il suo carattere sensibile e malinconico.
Continuò ad andare in salita, era solo all'inizio del suo viaggio. Negozi di ganasce per auto non ne esistono più, e invece li in passato ce ne era uno che lo aveva sempre affascinato, ci passava quarti d'ora a vedere i meccanici che con pesanti mazze gommate disassemblavano ganasce, gli sembrava un lavoro bellissimo, gli piaceva la facilita con la quale gli opeari riuscivano nell'opera, gli piaceva il rumore prodotto dalla molla che saltava, era bello, gratificante, era un rumore vero.
Una cosa era sempre uguale nella via, la sporcizia delle rampe che conducono ai garage e ai magazzini dei negozi, con le loro balaustre laterali dalle quali si scorgono le finestre dei seminterrati, sempre pieni di polvere, ragnatele e sporcizia varia. Da bambino era molto attratto da quelle rampe, ma una strana fobia gli aveva permesso di andare in esplorazione pochissime volte, sia perchè veniva visto sempre male dai magazzinieri e commercianti, sia per paure infantili. Ma quei posti avevano un fascino particolare, riuscivano a portarlo fuori dal rumore caotico della città e del traffico, anche la gente che li frequentava era diversa, a lui piaceva pensare che era gente nata e cresciuta li, una sottocultura cresciuta tra polvere, ragnatele e odori di macchinari industriali, una sottocultura che guardava con sospetto e forse invidia le persone che frequentavano la via, che lavoravano nella via. In quella sottocultura non esistevano giovani ne tantomeno bambini, ma lui si era sentito sempre a proprio agio con le persone "grandi", si sentiva alla loro altezza ed era attratto dalla loro cultura ed esperienza, anche se il popolo delle rampe era ignorante, burbero e privo di interessi.
Anche l'azione inversa piaceva al Bernardo bambino, ovvero dal sotto bottega del nonno, guardare in alto verso le grate dei marciapiedi, gli piacevano quei crepacci urbani, tristi grigi e sporchi, lo affascinavano si sentiva un avventuriero in un sotterraneo, sognava di poterci andare, di far man bassa di tutti gli oggetti che la gente durante gli anni aveva smarrito, di arricchirsi di monetine, braccialetti e collanine. Sogno che Bernardo non esaudì mai, nessuno mai aveva avuto la possibilità di introdursi nei crepacci urbani.
Stava succedendo quello che Bernardo non voleva accadesse, la sua giornata lo stava portando verso il suo passato, il suo passato che, sotto ogni punto di vista, riteneva fosse migliore del suo presente, troppi flasback aveva già avuto da quando aveva lasciato il bar d'angolo, doveva liberarsi del suo passato, delle sensazioni che sapeva procuragli, e forse capì a cosa sarebbe servita quella giornata; a fargli gradire il presente facendo tesoro di tutta la bellezza che ricordava del proprio passato, una missione difficilissima, ma doveva compierla con successo, la sua gioia di vivere e la sua forte personalità erano in pericolo, e aveva l'obbligo di salvarle.
- Ciao Bernardo come stai?
- Bene Alfonso, è tanto che non ti vedo in giro, abiti sempre in zona?
- Purtroppo no, però mi piace venire ogni tanto a fare due passi, poi vengo spesso a trovare i miei.
- E le auto radiocomandate? Hai ancora la passione?
- Come no! Ora faccio tornei a livello europeo, ho anche una scuderia!
- Una scuderia? Esistono scuderie per le auto radiocomandate? non ci credo!!!
- Certo che esistono, e attorno ad esse gira una discreta quantità di soldi, la mia è modesta ma ci stiamo facendo conoscere, tu sempre lo stesso lavoro?
- Si si... sempre lo stesso, ho mantenuto come te la mia passione.
- Bernardo io faccio due passi e forse dopo mi vedo al prato con Gigi, che fai ci raggiungi?
- Faccio un paio di giri, e se faccio in tempo volentieri. A dopo.
Era contento Bernardo di quell'incontro, ma non sapeva se avrebbe raggiunto i due vecchi amici al prato, doveva dedicarsi alla sua giornata, doveva compiere la sua difficile missione.
E poi il prato... il prato se voleva star fuori dal suo passato, era l'ultimo luogo da frequentare, il prato non si affronta così su due piedi, il prato va combattuto adottando una tattica sopraffina, altrimenti non si ha speranza di vittoria.
634641? non aveva più notato quella targa da anni, era un numero telefonico senza prefisso!
- “Ma da quanti anni è obbligatorio appore il prefisso alle chiamate urbane?” pensò Bernardo senza riuscire a darsi una risposta.
Ma perchè tutto gli remava contro?!?!? Perchè tutti gli oggetti i suoni e le persone della via lo tenevano saldamente ancorato al passato? Perchè lui non aveva il diritto di godersi il presente come tutti? Perchè quel maledetto numero senza prefisso lo aveva riportato a un pomeriggio invernale, in piedi sullo sgabello, a comporre su un vecchio “grigione”, li numero del suo amico Andrea? Perchè?
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